RESPONSABILITÀ ED ANALISI TRANSAZIONALE

Responsabilità ed Analisi Transazionale

Stare sui propri piedi, essere indipendenti, automantenersi, essere responsabili di se stessi, ESSERE LIBERI. Quante volte abbiamo desiderato esserlo? E invece quante volte ci siamo ritrovati a chiederci: da chi dipende tutto questo? Spesso diamo la responsabilità di quanto accade a qualcosa o a qualcuno che si trova al di fuori di noi. Così i nostri figli non riescono a capirci, le mogli sono troppo intransigenti, le persone prestano poca attenzione a ciò che per noi è importante. Rabbia, disperazione, gelosia, senso di impotenza sono solo alcune delle EMOZIONI in risposta che si  generano dentro di noi. Il concetto di responsabilità sembra un traguardo da desiderare e invece e onnipresente poiché, in maniera trasversale, percorre tutta la nostra vita. “Responsabilità” ma nei confronti di chi? Se pensiamo ancora di riferire a qualcuno questo pensiero, se dobbiamo rispondere a qualcun altro (alla legge, a Dio, alla società ad esempio) chiariamo che in quel caso non si tratta di “responsabilità” bensì di “subordinazione”. Essere responsabili non significa imparare a seguire dettati o regole, ma decidere, in un progressivo cammino di crescita e maturità, di essere giudici e arbitri delle proprie scelte. Più ne saremo coscienti e più avremo in mano il “telecomando” della nostra televisione, fuori di metafora della nostra vita. Significa che siamo noi e soltanto noi a pensarci.

Come ha sostenuto il mistico e maestro spirituale Osho, se ciò che accade dovesse dipendere dagli altri non potremmo mai cambiare la situazione. “Io sono responsabile di me stesso e nessun altro è responsabile delle mie azioni…Riduci tutte le responsabilità a uno e quell’uno sei tu”. La vita, da questo punto di vista, assumerà un’altra direzione. Quando sappiamo di essere i responsabili possiamo, in ogni istante, decidere di cambiare le cose. Nessuno ce lo potrà impedire.

E’ stato il teosofo e psichiatra Roberto Assagioli a mettere alcuni fondamentali tasselli sulla responsabilità grazie alla “Psicosintesi”. Questa teoria parte dall’assunto che, per avvicinarsi al vero Sé transpersonale è assolutamente necessaria un’acquisizione di responsabilità. Questo processo per Assagioli è un sottile gioco di confini tra le varie subpersonalità che popolano ogni individuo, ognuna con le sue peculiarità e le sue ricchezze. Tutte cercano di prevalere gli interessi che le caratterizzano. . Ci si ritrova in preda a lotte intestine, come il gioco che fanno i partiti politici all’interno di ogni Paese. Come uscirne? Assagioli, propone la psicosintesi, processo che inizia dal “Conosci te stesso”, dunque dalla consapevolezza della molteplicità del nostro mondo interiore, passando dalla fase di “Accettazione” ovvero l’osservazione oggettiva e non giudicante nei confronti delle singole subpersonalità. Conoscenza e accettazione sono i passi propedeutici per mettere in mostra le potenzialità che non erano state viste e che ci consentono, anche attraverso la trasformazione, di poter utilizzare e sperimentare i nostri talenti.

Un grande impulso al concetto di responsabilità viene dato dagli studi sull’analisi transazionale. A partire dal dopoguerra, è lo psichiatra canadese Eric Berne che approfondisce l’analisi transazionale ovvero l’analisi degli “scambi” reciproci che avvengono tra le persone (con dialoghi, abbracci, ecc.). Berne scoprì che ogni individuo manifestava differenti “se stessi” che lui li chiamò “Stati dell’io” e che, di volta in volta, uno di essi prendeva il sopravvento nella personalità del soggetto. La persona poteva attivare lo stato di “Bambino”, altre volte l‘“Adulto”. Più tardi Berne si accorse anche dell’esistenza dello stato di “Genitore”. Tra gli scambi che lo psichiatra riuscì ad esaminare scoprì che alcune “transazioni” servivano a manipolare gli altri in “giochi” psicologici e che spesso gli individui si comportavano in modi preordinati, proprio come se stessero recitando un copione in teatro.

L’analisi transazionale è un ottimo strumento per comprendere le dinamiche che caratterizzano gli individui e serve a portare “luce” ai nostri personali copioni. Dunque da un lato c’è l’Adulto, la parte del pensiero, la parte razionale capace di vagliare le situazioni e calcolare i pro ed i contro prima di decidere. L’Io Bambino contiene il “sentito”, pensieri ed azioni riproposti dall’infanzia. Lo stato dell’Io Bambino può distinguersi in Bambino adattato e Bambino libero. Ognuno dei due stati può assumere connotazioni costruttive o distruttive. Il Bambino adattato in fase costruttiva è docile, obbediente, rispettoso delle regole. Nella sua accezione negativa invece subisce in silenzio pur di avere l’amore e farsi accettare. Il Bambino Libero nel significato costruttivo è spontaneo, creatore; nell’eccezione distruttiva è ribelle. Andando avanti nei suoi studi, negli anni successivi Berne approfondì un terzo stato dell’Ioil Genitore, che incarna tutto “l’appreso”. Il Genitore può essere Affettivo o Normativo. Anche in questo caso, ognuno dei due stati del Genitore può assumere connotazioni costruttive o distruttive.

Il Genitore Normativo costruttivo è in grado di dare regole chiare e fornire una direzione; nel significato distruttivo s’impone, critica e rimprovera. Il Genitore Affettivo nella sua accezione costruttiva sostiene e incoraggia con cura; nel significato negativo assume una funzione iperprotettiva e soffocante.

Affinché la persona si sviluppi in modo sano è necessario che sia capace di accedere a tutti e tre gli Stati dell’Io. Dunque la collaborazione tra gli Stati dell’Io presuppone un equilibrio tra i bisogni del Bambino, la razionalità logica dell’adulto e i valori del Genitore. Se i confini sono labili, se si aprono dei varchi emozionali, la persona sarà in uno stato di confusione; se, invece, i confini sono rigidi il rischio è che la stessa possa escludere stati dell’Io fondamentali per la sua esistenza.

Se torniamo ai copioni, “piani di vita che si basano su decisioni prese durante l’infanzia”, sempre secondo Berne, si possono distinguere tre tipi: i vincitori ossia le persone guidate da copioni capaci di realizzare gli obiettivi; i perdenti, spinti da un copione che non realizza gli obiettivi dichiarati e, infine, i non vincitori, coloro che non compiono nessuna grande vittoria ma nemmeno nessuna grande sconfitta. La sintesi è che, ognuno di noi, da adulto, ripropone le strategie messe in pratica da bambino, nella spasmodica ricerca di venire a capo del tema fondamentale rimasto irrisolto dall’infanzia: come ad esempio riuscire ad ottenere amore o essere riconosciuti.

Infine, riprendendo il filo e ricollegandoci al tema della responsabilità, Berne ci ricorda che “l’uomo è nato libero”, tuttavia i primi da cui impara a dipendere sono i genitori. Lo stato di autonomia si conquista poco a poco attraverso il recupero di tre capacità: consapevolezza, spontaneità ed intimità. L’obiettivo finale è la responsabilità personale quella di portare ogni giorno la bellezza nella nostra vita. Una responsabilità, come sottolineato in premessa, mai completamente acquisita, una pratica di consapevolezza continua, che ci fa rimanere coi piedi ben piantati nel “qui e ora”, e che ci fa convogliare in esso tutte le energie di cui disponiamo, per una nuova e sempre unica meta: il nostro Sè.

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Libero di essere te stesso” 

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